Iconic Architecture: Politiche e propagande per la gestione del valore culturale nella città fascista

Emanuela Margione

Image: Emanuela Margione, 2018: Aprilia. Contemporary Survey

Abstract

Quarta delle cinque città di fondazione costruite dal fascismo negli anni Trenta alle porte di Roma, la città di Aprilia, nella storia dell’Agro Pontino, risulta particolarmente interessante in quanto unica eccezione sottoposta ad un duplice processo di demolizione: il primo, avvenuto nel 1944 durante il conflitto bellico; il secondo avvenuto all’inizio degli anni Settanta, quando i resti della città di fondazione vengono duramente colpiti dalla damnatio memoriae. È proprio in questo decennio di profonda trasformazione politico-sociale che i pochi superstiti urbani come l’ex Casa del Fascio - diventata circolo cittadino – e il municipio con la sua torre, vengono abbattuti trasformando profondamente il nucleo di fondazione tanto da renderlo oggi completamente irriconoscibile. Attraverso la lettura della trasformazione urbana di Aprilia e alla luce della definizione pasoliniana della città fascista, “che trova le sue radici non nel regime che l’ha ideata ma nella realtà che esso ha dominato senza riuscire a scalfire”, il testo analizza il valore del manufatto architettonico partendo dalle sue caratteristiche compositive urbane piuttosto che dal suo valore storico-politico indagandone così anche il ruolo attuale all’interno del tessuto urbano oggi profondamente trasformato.

Margione, E. “Iconic Architecture: Politiche e Propagande per la gestione del valore culturale nella città fascista.” In La città globale. La condizione urbana come fenomeno pervasivo. Urbano/Rurale: Identificazioni, Contaminazioni, Politiche, Eredità Culturale, edited by P. Lanaro, G. Leoni, R. Tamborrino and S. Tondelli, 136-145. Bologna: AISU International, 2019.

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