Giovannoni prima di Giovannoni

8 Aprile 2021
6pm (CET)

Guido Zucconi (Università IUAV di Venezia), Dalla guerra contro il risanamento alla ricerca dei caratteri tipici di Venezia

Un filo rosso collega una serie di eventi apparentemente lontani, tra gli anni Ottanta dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento. Dopo una serie di reazioni indignate, è nominata una speciale commissione per riesaminare il piano di risanamento (1889): c’è un legame con le polemiche sui restauri di San Marco che ha avuto luogo nel decennio precedente. In entrambi i casi, allo scopo di salvaguardare l’identità di Venezia, si invoca l’intervento dello stato contro l’insipienza degli amministratori locali.

Di quella commissione fa parte Boito, a Venezia negli stessi anni, impegnato su vari fronti: in progetti come quello per palazzo Cavalli-Franchetti, nel coordinamento del grande volume di Ongania “La Basilica di San Marco”, nei sopralluoghi con il fratello Arrigo per ambientare l’Otello. Tutti spunti che contribuiscono a creare un lessico dell’architettura locale e a rafforzare l’idea di “ambiente tipico”.

Nel frattempo, a dispetto di una lettura romantico-catastrofica, la città cresce sul piano economico e demografico: tra le prime in Italia, lancia un programma di edilizia popolare a partire dal 1891. A questo proposito emerge un secondo motivo di polemica attorno al tema delle “case brutte” e comunque non consone al carattere di Venezia. Anche in questo caso, la polemica è orchestrata dallo storico-erudito Pompeo Molmenti. Dopo la firma di un armistizio (sì alle case popolari purché ai margini, e comunque intrise di elementi locali) nasce una generazione di nuovi insediamenti. Tra questi, spicca il quartiere di Sant’Elena, realizzato nei primi anni venti, secondo un principio di tipicità locale declinato anche a scala urbana: non solo facciate, ma spazi complessi (sotto-porteghi, campi e campielli) che si riallacciano alla tradizione veneziana.

Questo filone di ricerca continuerà in seguito con gli studi di Egle Trincanato e di Saverio Muratori, in un rapporto di conseguenzialità tra l’analisi su Venezia minore e il progetto a scala urbana, come quello per il quartiere INA-Casa che sarà realizzato nel corso degli anni Cinquanta con il nome di “Villaggio San Marco”.

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